Mi ricordo raramente dei sogni che faccio e così spesso me li invento. Per questo non corrisponde a verità il fatto che la saga di Valentina è stata per me una forma di autoanalisi come capita a molti artisti rispetto alla loro opera. Anche se mi è capitato più volte di affrontare tematiche psicanalitiche nelle mie storie, in realtà la psicanalisi mi interessa soprattutto sotto un profilo teorico. Quando diventa una cosa personale mi fa un po' paura. Talvolta riporto i sogni che mi raccontano, specialmente mia moglie e i miei figli, se questi mi colpiscono particolarmente o possono essere funzionali alla trama della storia. In questi casi si dovrebbe quindi parlare più di analisi collettiva o famigliare che di autoanalisi.